martedì 18 gennaio 2011

CARTOLINE "CELEBRI"



Chi pensa che l’animazione giapponese sia autoreferenziale, totalmente autonoma e svincolata dal resto del mondo, sbaglia di grosso. Per quanto produttori e animatori di anime ragionino principalmente pensando al vasto e ricco mercato locale, nel corso dei decenni non sono mancate collaborazioni con l’estero, così come estremamente fruttuose si sono dimostrate le incursioni degli sceneggiatori nipponici nella letteratura europea. Come ogni altra forma di intrattenimento, che talvolta lambisce anche il mondo dell’arte, anche gli anime si nutrono di ogni imput possibile. Allo stesso modo, come ogni altra attività a fini di lucro, sono in grado di stringere alleanze e attuare sinergie con realtà differenti.
Basti pensare che famosissime serie animate ritenute dai più totalmente giapponesi sono in realtà figlie di cooperazioni. Come le serie di Ape Maia, del 1975 e del 1982, non solo ispirate alle fiabe dello scrittore Waldemar Bonsels, ma coprodotte dalla Nippon Animation con la tedesca Peter Films. Medesimo discorso è valido per Vicky il vichingo, del 1974, che talvolta viene valutata in modo speculare, considerata cioè una produzione europea mentre porta ancora la firma Nippon Animation (all’epoca però si chiama ancora Zuiyo).
Ed è proprio la Zuiyo/Nippon che per oltre un ventennio porta avanti il più massiccio sfruttamento della letteratura europea mai avvenuto nel campo dell’animazione. Tutto comincia nel 1974, con la serie Heidi, 52 episodi che riscuotono un clamoroso successo sia in Giappone che in Europa. La storia è tratta da un romanzo della svizzera Johanna Spyri e spinge la Nippon a insistere su tale strada, addirittura creando una raccolta di serie televisive ispirate a romanzi per giovanissimi. Si tratta del Meisaku Gekijo (“teatro delle storie più celebri”), che fa il suo esordio nel 1975 con Flanders no inu (“Il cane delle Fiandre”, da noi Il fedele Patrash) e prosegue con una pletora di serie, spesso ricche di orfanelli, del calibro di Araiguma Rascal (“Rascal il procione”, da noi Rascal, il mio amico orsetto, 1977), Perrine Monogatari (“La storia di Perrine”, in Italia Péline Story, 1978), Shokojo Sara (“La principessina Sara”, in Italia Lovely Sara, 1985), Ai shojo Pollyanna monogatari (“La storia della dolce Pollyanna”, da noi Pollyanna, 1986), Ai no wakakusa monogatari (“Le adorabili piccole donne”, in Italia Una per tutte, tutte per una), ecc. In Giappone il Meisaku Gekijo diventa un’appuntamento fisso per svariate generazioni, dato che le puntate delle serie vengono trasmesse dalla rete nipponica Fuji Television la domenica sera dalle 19,30 alle 20, iniziando ai primi di gennaio per concludersi agli ultimi di dicembre dello stesso anno. Dato che nulla è eterno, dopo un ventennio di onorata carriera il genere ha un calo e l’ultima serie a essere mandata in onda, nel 1997, è Ienaki ko Remi (“Remi, la bambina senza famiglia”, 1997), versione al femminile del celebre Remì. Tuttavia, in tempi recenti, la Nippon ha mostrato nuovamente interesse per la letteratura europea grazie alla serie del 2007 Les Misérables - Shoujo Cosette, dal romanzo del francese Victor Hugo.
Successivamente a questo anime, la Nippon Animation ha ripreso la produzione con cadenza annuale, puntando su uno stile grafico semplice e realistico: nel 2008 con Il lungo viaggio di Porfi, nel 2009 con Sorridi, piccola Anna, prequel di Anna dai capelli rossi a 30 anni dalla sua edizione, e nel 2010 con Mahō tsukai Haley no speed story.
In un Paese in cui vengono prodotte moltissime cartoline, non potevano mancare quelle dedicate alle storie celebri, di cui ve ne propongo tre uscite di recente. A voi riconoscere le serie.
Chi volesse acquistare le cartoline può scrivere a: fioridiciliegio@alice.it

Nessun commento:

Posta un commento